Heidi miniserie 1993
Miniserie americana in due puntate. La versione italiana è talmente tagliata da apparire completamente stravolta tanto da rendere incomprensibile la trama per chi non conosca la storia. Anche i personaggi sembrano essere privi di consistenza. Mi ero fatto una pessima idea del film. La versione integrale le rende giustizia. Film molto bello, vale la pena vederlo.
Rispetto al libro ci sono alcune differenze.
La morte del figlio del Nonno, di cui il nonno stesso è responsabile, lo ha reso burbero e rancoroso. Se vediamo solo la versione tagliata, sembra non mostrare alcun palese segno di affetto per la nipote; non ci sono scene di condivisione di qualcosa; non ha insegnato niente ad Heidi e dà l’assenso a Dete perché vada a Francoforte con la piccola. Questa si fa ben pagare per consegnare la nipote.
Restando alla versione italiana, Heidi sembra rimanere col nonno 3 giorni invece di 3 anni: uno è l’arrivo, l’altro è al pascolo e il terzo dalla nonna di Peter, che sfoggia una bellissima dentiera. Non credo abbia bisogno di pane morbido!
Le scene della versione integrale sono invece ben sviluppate. Il nonno fa quello che c’è nel libro, intaglia una bella scultura con le montagne, che rende molto felice Heidi, ecc.
Peter - finalmente un po’ più grande di Heidi - non è il sempliciotto del libro, ma un ragazzo sensibile, maturo, intelligente (anche se non vuole andare a scuola), che conosce un sacco di cose sulla montagna. Nella versione italiana è praticamente inesistente, almeno nella prima parte.
Clara, probabilmente a causa della malattia, soffre di attacchi di panico e non è certo la giovane volitiva del libro. Si mostra anche sgarbata e arriva a schiaffeggiare Heidi. Cosa direbbe di questo Johanna Spyri? È anche gelosa di Heidi perché la nonna mostra grande affetto per la piccola ed è l’unica a capirla e consolarla. Tutto tagliato nella versione italiana.
La Rottenmeyer non è particolarmente acida, come si vede in altri film e ha solo occhi per il suo padrone, un tipo freddo e snob. Gli altri personaggi di contorno sono semplici comparse.
Con il ritorno del signor Sesemann la situazione non migliora. Nonostante le osservazioni della nonna non vuole lasciare partire Heidi. In fondo l’ha “comprata”! Concede solo un mese di vacanza terapeutica. Può l’amore di un padre per la figlia giustificare la sofferenza di un’altra persona?
Il ritorno di Heidi in montagna non è dei più felici. Il nonno mantiene un atteggiamento ambiguo (così appare nella versione tagliata) e ha paura ad affrontare la realtà e assumersi le sue responsabilità e più volte cerca di respingerla. A questo si aggiunge la morte della nonna di Peter, un grande dolore per Heidi, nonna che non ha mai intrattenuto rapporti diretti con nonno Tobias. Il Nonno è anche scortese con gli ospiti di Francoforte. Non li accoglie e non si siede a tavola con loro. Non mi è piaciuto questo aspetto. L’educazione e il rispetto sono un punto cardine nel libro.
Nella seconda parte Peter assume un ruolo inedito. Accetta di portare in spalla Clara fino ai pascoli alti; non è il giovanotto pauroso del libro, che teme l’arrivo dei gendarmi per portarlo in prigione - la rottura accidentale della sedia a rotelle è dovuta a un momentaneo gesto di stizza, non a una ripicca infantile che si legge nel testo (scena tagliata nella versione italiana) -, ma affronta a viso aperto e con veemenza Clara, quando si mostra cattiva ed egoista nei confronti di Heidi. A causa di ciò Heidi si allontana piangendo e sta per finire in un burrone. È allora che, rinsavita, Clara si sforza per trattenerla insieme a Peter e finalmente muove le gambe. Tutto finisce bene.
Papà Sesemann mostra disprezzo per i luoghi in cui vive Heidi e “pretende” la sua restituzione, andandosene senza salutare e ringraziare per quanto è stato fatto alla figlia. Nella sua arroganza tutto gli è dovuto e nemmeno è riconoscente. Per fortuna Clara alla fine si convince a lasciare libera Heidi, anche perché ora cammina e non ha più bisogno di lei. Peccato, se non ci fosse stata questa assurda interpretazione il film sarebbe stato migliore.
Il dottore non ha un ruolo fondamentale per Heidi, se non per il tentativo di far curare e guarire la cara nonna. Piuttosto riversa le sua attenzioni alla mamma di Peter: sarà il suo nuovo papà?
Dell’aspetto religioso non si parla se non con delle preghiere rivolte alla “Stellina”.
La protagonista è molto brava e convincente, quella che mi è piaciuta di più.
Heidi 2005
Il film, che vanta attori di grande calibro come Geraldine Chaplin e Max von Sydow, scorre in modo tranquillo, senza particolari eccessi che abbiamo visto altrove.
Quasi tutti i punti del libro sono toccati, ma con scene brevissime, anche nei punti chiave, impedendo qualsiasi approfondimento dei personaggi.
Il nonno vive su un “cottage” (secondo la traduzione italiana) in alta montagna perché si considera disprezzato dagli abitanti del paese. Questi lo temono perché ritengono abbia ucciso un uomo, cosa non vera. Rispetto ad altri film, nessuno fa pressione perché torni in paese e non ci sono scene di odio; hanno solo di paura. Ad esempio, quando il nonno entra in un negozio, la padrona lo serve senza fiatare e subito si allontana dal bancone mostrandosi intimorita. Quando si reca con Heidi al mercato di paese per vendere i formaggi, i paesani lo comprano solo se è la bambina a venderli. Dopo il ritorno di Heidi, il nonno va nella sua vecchia casa in paese per abitarvi durante l’inverno. Appena esce dalla porta di casa, si trova davanti gli abitanti in costume che gli fanno una grande festa. Uno stacco netto, senza passaggi intermedi, senza mediazioni, senza brontolamenti. Non si reca neanche in chiesa; l’aspetto religioso è totalmente assente. Non dicono nulla quando Heidi parte, né quando ritorna. Ben diverse le scene di odio, prima, e di sorpresa, dopo, viste in altri film.
Il nonno accoglie subito la piccola Heidi e le insegna tante cose sul modo di vivere in montagna. Peccato che acconsenta alla partenza della nipote, facendole credere di non essere desiderata. Lo stesso succede al ritorno di Heidi, che viene respinta, costringendola a dormire nella stalla.
La nonna di Peter non ha un grande ruolo; compare solo in una breve scena all’inizio e in un’altra al ritorno di Heidi. Non c’è nessun rapporto con il nonno.
Dete, anche qui si presenta avida, ma soprattutto poco affettuosa nei confronti della nipote. Una volta consegnata la piccola ai Sesemann e ritirato il denaro, scompare. La stessa Heidi dice di non averla più vista da allora.
Peter è un ragazzo della stessa età di Heidi, che non vuole imparare a leggere, ma non pare stupido. A parte accompagnare Heidi ai pascoli alti, non mostra le sue conoscenze sulla montagna.
Anche a Francoforte non ci sono eccessi da parte dei protagonisti. Periodo, come ovvio, assai triste per Heidi.
La brava Chaplin/Rottenmeyer non eccede in rimproveri e non è nemmeno tanto presente. Manifesta però odio viscerale per la bambina, smascherato dalla nonna di Clara.
Clara ha stranamente un ruolo marginale, inferiore a quello di un divertente e giovane Sebastian. Compare solo in due o tre brevissime scene come una bambina tranquilla e docile, senza intemperanze, gelosie irritazioni.
La nonna di Clara è affettuosa e si dedica subito all’educazione di Heidi, senza la presenza della nipote, che deve sempre riposare. Il precettore si intravvede appena.
Anche il papà di Clara è praticamente invisibile. Nessuna festa al suo ritorno, nessun regalo per le piccole, non è presente quando Heidi ha una crisi di sonnambulismo; è Sebastiano a scoprire la passeggiata di Heidi. Non c’è la caccia ai fantasmi. Acconsente immediatamente a ritorno di Heidi e non si reca da Clara a spiegare la situazione.
Heidi Ritorna in montagna ignorata da tutti, vestita come era partita, senza regali, che verranno portati dopo da Clara.
Heidi, dopo l’accoglienza di cui abbiamo detto sopra, riprende la sua vita normale finché non arriva Clara, insieme alla nonna e al dottore. Vengono accolti calorosamente a parte Peter, ovviamente. La nonna acconsente immediatamente al desiderio di Clara di restare per tutta l’estate.
Peter dà un calcio alla sedia a rotelle che finisce in un burrone. Heidi, per cercare di recuperarla, vi cade, riuscendo però ad aggrapparsi al ciglio. La scena è la stessa vista nel film del 1993, ma lo svolgimento è diverso. Clara si alza e fa esercizi per molto tempo prima di camminare bene, mentre nel film del 1993, quando rientra, cammina perfettamente.
Alla fine dell’estate il papà, che non fa nessun commento sulla montagna, trova la sorpresa di Clara. Il dottore manifesta l’intenzione di stabilirsi in paese e di occuparsi di Heidi alla morte del nonno.
Complessivamente si è mostrato un film superficiale, con scene brevissime, sintetiche.
Heidi 2015
A parte i bellissimi paesaggi, ricalca un po’ gli altri film. Non mi ha entusiasmato molto, anzi, l’ho trovato assai superficiale. Le figure di contorno (Sebastiano, Tinette …) si riducono a comparse, o meglio, a “scomparse”.
Heidi, con una folta e riccioluta capigliatura nera, come da libro, non mi ha convinto molto.
Il nonno, come già visto in altri film, lascia la piccola a dormire nella stalla prima di accoglierla e all’inizio è molto antipatico. Non ci sono tante scene con la nipotina (e neanche senza), né mostra le sue conoscenze della vita di montagna. Un ruolo scialbo.
Peter è un sempliciotto, anche un po’ antipatico che, per fortuna compare poco. Quale differenza con il cartone giapponese!
Dete è la solita avida di denaro, anche se pare avere qualche sentimento, almeno all’inizio.
La nonna di Peter compare solo in due brevi scene e il rapporto con Heidi non è praticamente descritto. Nulla a che vedere con il film del 1993. Non ci sono rapporti neanche con il nonno.
La vita a casa Sesemann è proposta in modo assai sintetico: l’arrivo come da copione; la Rottenmeyer, che assomiglia a quella del film del 1993 ma decisamente cattiva e fredda, disprezza Heidi e fa di tutto perché se ne ritorni in montagna. Probabilmente è anche innamorata del padrone. Divertente la scena con i gattini, portati da Clara e non da Heidi.
Clara ha un aspetto diafano, etereo, con capigliatura biondo cenere che contrasta con la mora, riccioluta e paffuta Heidi. È simpatica e si dà da fare per insegnare le buone maniere ad Heidi. Accetta perfino di uscire per accompagnarla al campanile. In questo si mostrano entrambe un po’ sventate e superficiali. Non c’è molto altro della vita con Clara, a parte le ore di lezione.
Il resto del film procede seguendo la consueta trama: la nonna di Clara che consola Heidi - in verità resta troppo poco per essere un valido sostegno (niente divertenti, giochi, passeggiate ecc. viste nel cartone giapponese) -, poi la nostalgia di casa, il fantasma, il dottore che ordina a papà Sesemann di far tornare la piccola in montagna. Non ci sono altre scene con lui. Peccato, manca un punto essenziale del libro.
Il seguito procede ancora in modo più rapido. Clara ha un attacco isterico e si chiude in camera. Non c’è nessun preparativo per la partenza, nessun saluto, la ritroviamo sul treno con Sebastiano e poi direttamente a casa. Un fugace saluto alla nonna, con il regalo dei panini morbidi e delle salsicce e finalmente arriva alla baita.
Diversamente dal film precedente, però, è accolta con grande affetto dal nonno e la sua vita riprende normalmente, prima ai pascoli e poi a scuola, con un ignobile maestro che bacchetta e tira le orecchie ai ragazzini. Oggi siamo all’estremo opposto: solo se osi guardar male o rimproverare uno studente rischi una denuncia. Per l’occasione il nonno si trasferisce in paese. Anche qui non c’è alcuna preparazione della casa, di cui viene mostrata solo la porta, né ci sono reazioni dei paesani, positive o negative.
Clara nel frattempo ha del rimorso per non avere salutato Heidi, perciò la nonna decide di portarla in montagna. Nessun consulto con il figlio, né con il dottore, ed eccole comparire, di punto in bianco, alla baita, senza una preventiva visita esplorativa. Ma Heidi lo sapeva?
Qui abbiamo ruoli inverti: è Heidi che insegna a Clara le maniere rozze ma sincere dei montanari.
Ancora una volta c’è la gelosia di Peter che, più antipatico che mai, butta la sedia a rotelle nel burrone.
Il nonno allora decide di portare Clara in spalla fino al pascolo e qui … il miracolo! Una farfalla si posa sul piede di Clara e questa, per prenderla, muove le gambe. In un attimo è in piedi e cammina!
Subito dopo arriva papà Sesemann per prendere la figlia e rimprovera sua madre, che lo accompagna, perché l’ha lasciata in un posto tanto orribile, così pieno di sassi. Siamo in montagna, cosa pretende? Che genitore! Ma dove hanno preso questa scena, dal film del 1993? Ma ecco la bella sorpresa! Un grande pianto e il ritorno senza nemmeno ringraziare: molto gentile ed educato! Solo la nonna ringrazia e regala un libro con le pagine bianche affinché Heidi possa coronare il suo sogno di scrivere favole.
Per concludere, non sono rispettati i tre punti che avevo prospettato all’inizio. Peter è e rimane un moccioso, pressoché incapace di leggere anche con l’aiuto di Heidi; il ruolo del dottore è insignificante; l’assoluta mancanza di ogni riferimento religioso, così importante per l’autrice.
Nonostante la lunghezza, manca un vero approfondimento dei personaggi; le scene sono appena abbozzate e, a parte i bei panorami e gli aspetti autentici del villaggio, il film mi lascia alquanto perplesso.
- FINE -
Temo che questa sia anche la fine del forum. Io ho scritto quello che sapevo e che era nelle mie non molto sviluppate capacità critiche. Di più non posso fare. Sono l’ultimo e unico utente attivo, dopo una gloriosa serie di persone competenti e preparate. Se non si fa vivo qualcuno che segue il forum - dai numeri vedo che c’è - questa è la FINE.